IL FATTORE DI SMORZAMENTO NEGLI AMPLIFICATORI
IL FATTORE DI SMORZAMENTO NEGLI AMPLIFICATORI
30 ottobre 2011
riletto 18 agosto 2013
Paragrafi presenti in questo capitolo:
Definizione di Fattore di Smorzamento
Come aumentare il fattore di Smorzamento
Qual è l’effettivo fattore di smorzamento visto dal woofer (o da un altoparlante in generale)?
Effetti del fattore di smorzamento sulla risposta in frequenza del diffusore acustico
La misura del fattore di smorzamento
Conclusioni
Il Fattore di smorzamento dell’amplificatore
Definizione di Fattore di Smorzamento
Il “fattore di smorzamento”, per definizione, è il rapporto tra l’impedenza di carico e l’impedenza di uscita Rout dell’ amplificatore. Come impedenza di carico si assume convenzionalmente un resistore da 8 ohm.
Impedenza del carico 8
Fattore di smorzamento = ———————————————————- = ——
Impedenza di uscita dall’amplificatore Rout
In base alla definizione, dimezzando il carico (da 8 a 4 ohm) il fattore di smorzamento si dimezza.
Fattore di Smorzamento su 8 ohm | Rout | Note |
500 o più | <0.016 ohm | Amplificatore stato solido molto retroazionato |
200 | 0.040 ohm | Amplificatore stato solido retroazionato
|
100 | 0.080 ohm | |
50 | 0.16 ohm | Amplificatore stato solido poco retroazionato |
24 | 0.333 ohm | Ampli a valvole |
20 | 0.400 ohm | Minimo valore accettabile (variazioni di 0.2 dB su 8 ohm) |
10 | 0.8 ohm | Cominciano i problemi |
2 | 4.00 ohm | Monotriodo non retroazionato (eccessivo) |
1 o minore di 1 | Maggiore di 8 ohm | Valore non accettabile per diffusori commerciali.
(variazioni di oltre 6 dB su 8 ohm) |
Valori tipici del fattore di smorzamento. Si noti la differenza tra gli amplificatori allo stato solido e quelli a valvole. |
Dato che l’impedenza di un diffusore, tranne casi particolari, è molto lontana dall’essere costante, il valore del fattore di smorzamento assume un significato diverso a seconda dell’andamento dell’impedenza con la frequenza del diffusore. Certo che, se è molto alto (per es. superiore a 100) e soprattutto costante con la frequenza, difficilmente potrà dare problemi a meno che l’impedenza del diffusore non scenda a valori molto bassi (sotto i 2 Ohm).
Il fattore di smorzamento misura indirettamente una serie di caratteristiche dell’amplificatore che vanno dalla risposta in frequenza ad anello aperto, al fattore di retroazione fino alla massima tensione prodotta sul carico al variare del carico stesso.
Noto il Fattore di Smorzamento (per esempio 80 su 8 ohm) si risale al valore di Rout dell’amplificatore ( 0.1 ohm).
E’ preferibile un fattore di smorzamento moderato (pari a 50) ma costante con la frequenza, piuttosto che uno di 300 che diminuisce con la frequenza a partire da 1000 Hz: questo infatti indica che la risposta in frequenza ad anello aperto dell’amplificatore è limitata, appunto, a circa 1000 Hz. La limitazione della larghezza di banda ad anello aperto è una delle cause della distorsione di intermodulazione dinamica.
In generale il fattore di smorzamento dipende dalla frequenza e può diminuire sia verso le basse frequenze (accoppiamento in alternata) sia verso le alte frequenze (diminuzione del guadagno ad anello aperto verso le alte frequenze). Tutti gli amplificatori allo stato solido retroazionati presentano una impedenza di uscita di natura induttiva che, a volte, viene compensata con reti RC, poste in parallelo all’uscita, dette reti di Zobel. La rete di Zobel è una compensazione applicata all’uscita dell’amplificatore e riduce il guadagno ad anello aperto alle alte frequenze. Le reti di Zobel si utilizzano per impedire all’amplificatore di auto oscillare su carichi reattivi ma anche per adattare l’impedenza di uscita dell’amplificatore alla impedenza dei cavi di potenza (alle frequenze oltre la banda audio). Se la rete di Zobel è presente non va tolta perché potrebbe servire.
Amplificatore non invertente, retroazionato con una rete di compensazione in uscita composta da due reti di Zobel (rossa e blu) e una cella RL parallelo (verde).
La RC rossa riduce il guadagno ad anello. La rete di compensazione, nel suo complesso, serve per evitare auto oscillazioni ad alta frequenza. Alcuni la vedono come un modo per disaccoppiare il carico altri per adattare l’impedenza del cavoad (sempre ad alta frequenza). In ogni modo queste reti alterano il fattore di smorzamento. |
Sia l’impedenza del diffusore acustico (carico) che il fattore di smorzamento dipendono dalla frequenza. Questa dipendenza dalla frequenza è una delle cause del diverso “suono” degli amplificatori e, più in generale, della terna amplificatore+cavo+diffusore. Anche per questo è importante scegliere diffusori acustici con impedenza regolare (poco variabile) e minimi non inferiori a 3.2 ohm per il modulo e 3 ohm per la parte reale dell’impedenza. L’ideale sarebbe contenere le rotazioni di fase entro più o meno 20°.
Come aumentare il fattore di Smorzamento
Ci sono due modi per aumentare il fattore di smorzamento (o diminuire l’impedenza di uscita che è lo stesso):
Impiegare più dispositivi di uscita tra loro in parallelo (transistors, mosfet, valvole) |
Aumentare il tasso di controreazione |
Si noti che, impiegando un numero abbastanza alto di dispostivi di uscita (tubi, MOSFET, transistore, ecc) in parallelo, si possono ottenere fattori di smorzamento alti anche senza (o con modesta) retroazione. Il tasso di retroazione, in condizioni opportune, non è necessariamente un male.
Anche aumentare il numero dei dispositivi di uscita ha le sue controindicazioni: ogni transistor o mosfet presenta una certa capacità di ingresso, più ce ne sono più la capacità aumenta e tanto maggiore deve essere la corrente di pilotaggio (pena un decadimento dello Slew rate).
Qual è l’effettivo fattore di smorzamento visto dal woofer (o da un altoparlante in generale)?
Andiamo ai morsetti del woofer e guardiamo verso l’amplificatore: la prima cosa che troviamo è il filtro cross-over, quindi la morsettiera di collegamento del diffusore, il cavo di potenza ed infine l’amplificatore. Il fattore di smorzamento effettivamente “visto” dal woofer dipende da tutti questi elementi e risulta sempre più basso di quello dell’amplificatore da solo.
Sulla base di questa situazione i tecnici della JBL sostengono che è inutile perseguire un fattore di smorzamento elevato. Consideriamo la figura che segue:
qui si vede il circuito equivalente dell’altoparlante dinamico pilotato da un generatore di tensione E e impedenza interna Rout (che rappresenta l’amplificatore). Il filtro cross-over non è presente. L’impedenza dell’altoparlante è rappresentata dalla serie di Re e Le e dal gruppo in parallelo Res, Les e Ces che forma l’impedenza Zes. Zes rappresenta il generatore BLv dove v è la velocità del diaframma. Ora il generatore BLv “vede” verso l’amplificatore (il generatore E) la serie di tre elementi Re+jwLe+Rout. Dato che Re assume valori compresi tra 2.8 e 6.4 ohm (raramente superiori o inferiori) i tecnici JBL si chiedono: a cosa serve diminuire Rout se Re è così alta?
Visto che producono diffusori acustici dovrebbero saperlo bene: serve a prevenire alterazioni della risposta in frequenza del diffusore dato che il diffusore stesso è progettato nell’ipotesi che Rout sia nulla e che la risposta in frequenza misurata all’uscita dell’amplificatore sia piatta (nel punto A).
Effetti del fattore di smorzamento sulla risposta in frequenza del diffusore acustico
Quello che conta è la risposta in frequenza misurata ai morsetti di ingresso del diffusore acustico quindi l’impedenza del cavo e Rout devono essere le minime possibili.
Questo serve a garantire che la risposta in frequenza del diffusore sia più vicina a quella prevista in sede di progetto. |
La grande variabilità della impedenza dei diffusori, cavi e fattore di smorzamento origina una infinità di “accoppiamenti” o “sinergie” più o meno felici con differenze sonore ben udibili e altrettanto ben misurabili. Le variazioni sulla risposta in frequenza, causate dall’accoppiamento ampli+cavi+diffusori, va da frazioni di dB a 4 dB (e oltre). Nelle figure che seguono sono riportati alcuni esempi di risposta in frequenza misurata ai capi di un diffusore con amplificatori diversi. Quelle illustrate sono certamente variazioni udibili.
Alterazione della risposta in frequenza di diversi amplificatori (valvole e stato solido) misurata con un diffusore collegato. Si osservano variazioni di 2 dB. (grafico a 2 dB divisione) (da SUONO) |
A sinistra: Monotriodo non retroazionato: su carico di 8 ohm e su carico fittizio (nella figura a destra) simile alla impedenza di un diffusore acustico (1dB/divisione).
Stranamente il carico fittizio presenta il minimo sulle medio alte anziché tra 100 e 300 Hz come riscontrato nella maggioranza dei diffusori commerciali.
Minima Impedenza del diffusore | Massima attenuazione accettabile | Massima resistenza in serie | Fattore di smorzamento corrispondente su 8 ohm
|
2 | 0.10 dB | 0.024 | 333 |
3 | 0.10 dB | 0.035 | 228 |
4 | 0.10 dB | 0.0465 | 172 |
6 | 0.10 dB | 0.0695 | 115 |
8 | 0.10 dB | 0.100 | 80 |
Fattore di smorzamento (amplificatore + cavi) necessario per ottenere 0.1 dB di attenuazione in corrispondenza del minimo di impedenza. Una variazione di 0.1 dB probabilmente è udibile solo con rumore rosa in commutazione rapida. Con programma musicale è difficilmente udibile. |
La misura del fattore di smorzamento
Per misurare il fattore di smorzamento di deve misurare l’impedenza di uscita dell’amplificatore (Rout), Un modo semplice per farlo è applicare un segnale sinusoidale all’amplificatore, regolare il volume per ottenere una certa tensione sul carico (una resistenza da 8 ohm) è utilizzare la formuletta del partitore di tensione resistivo. Note la tensione a vuoto (senza carico) con carico collegato (Avin) e la resistenza di carico si risale al valore di Rout.
Vout = AVin Zcarico/ (Rout + Zcarico)
posto G = Vout/AVin risulta
Rout = Zcarico (1-G)/G il fattore di smorzamento = 8/Rout
Si noti che per G=1 risulta Rout=0 mentre per G minore di uno risulta un valore negativo, Questa procedura ha senso se G è maggiore di uno.
Questo funziona se Rout è indipendente dalla frequenza e se lo stadio di uscita è in classe A pura.
Per i finali in push-pull in classe AB la resistenza di uscita è diversa per piccoli e grandi segnali.
Per piccoli segnali (classe A) la resistenza di uscita è più bassa perché deriva dal parallelo dei dispositivi di uscita sui rami positivo e negativo. Per grandi segnali (classe B), invece, funzionano alternativamente o il ramo positivo o quello negativo e l’impedenza è maggiore. Se la resistenza di uscita dipende dalla frequenza una sola misura non basta perché si deve misurare sia il modulo che la fase.
Schematizzazione semplificata di un amplificatore con carico collegato per la misura del fattore di smorzamento. |
Conclusioni:
il fattore di smorzamento misura, indirettamente, la resistenza (in generale l’impedenza) di uscita di un amplificatore. Idealmente tale impedenza è nulla e il fattore di smorzamento, conseguentemente, infinito. Impedenza interna nulla significa anche capacità di erogare corrente infinita.
E’ sempre preferibile un fattore di smorzamento di valore alto ma soprattutto costante al variare della frequenza
(indica una superiore qualità generale dell’amplificatore). |
L’ultima tabella proposta indica che, per limitare le variazioni di risposta in frequenza a 0.1 dB, sono necessari fattori di smorzamento che vanno da 80 e oltre 300 (in funzione della minima impedenza dei diffusori). Tanto per fare un esempio un fattore di smorzamento pari a 115 con un minimo di impedenza di 2.5 ohm è insufficiente (attenuazione 0.238 dB).
Se un cavo possiede una componente resistiva sufficientemente alta altera (in attenuazione) la risposta in frequenza nell’intorno dei minimi di impedenza del diffusore (tipicamente tra 100 e 300 Hz). L’entità della variazione dipende dalla resistività del cavo.
In generale si deve calcolare il fattore di smorzamento sommando il contributo di Rout alla componente resistiva del cavo.
Per non alterare il fattore di smorzamento dell’amplificatore il cavo tra amplificatore e diffusore dovrebbe avere impedenza molto minore dell’impedenza di uscita dell’amplificatore.
FS_totale è il fattore di smorzamento dovuto alla coppia ampli+cavo ed è quello effettivamente visto dal diffusore acustico.
Le variazioni di risposta in frequenza determinate dai diversi abbinamenti ampli+cavo+diffusori sono misurabili e, se superano la soglia differenziale di udibilità sono udibili.
Che poi piaccia o non piaccia, piaccia di più o di meno è un altro paio di maniche.